Il dns dinamico nei dispositivi mobili
E’ stata rilasciata la
nuova versione della app
DnsUp!
La novità più importante riguarda la possibilità di tracciare l’ip del dispositivo mobile sul quale è installata l’applicazione.
Il sistema associa automaticamente al dispositivo il primo host della lista. Tramite il pannello di configurazione l’utente può modificare questa scelta ed eventualmente sospendere l’associazione tra host e dispositivo.
L’altra novità importante riguarda la possibilità di configurare un host direttamente dall’applicazione. Il sistema controlla la presenza di almeno un host: se non trova nulla chiede all’utente di configurarne uno in modo da poter cominciare subito a lavorare.
Rimangono le funzionalità della precedente versione, quindi il monitoraggio degli host e degli ip trasmessi. Questo risulta molto utile per conoscere in ogni momento lo stato di salute del sistema ed intervenire tempestivamente nel caso qualche host venga bloccato, ad esempio perché è scaduto il periodo di validità dell’abbonamento o perché sono stati trasmessi troppi ip illeciti.
Per Internet gli Smartphone non esistono
Dal 2007, anno del lancio dello smartphone da parte di Apple, la crescita dei dispositivi mobili collegati in rete è stata esponenziale.
Prima di questa data era già stato evidenziato il problema relativo all’esaurimento di indirizzi IpV4 e la necessità di passare a IpV6, evento che ancora non si è verificato.
L’arrivo degli smartphone è stato fatale perché si è capito immediatamente che il numero di risorse richieste non sarebbe stato sufficiente a coprire la domanda crescente (2,5 miliardi previsti nel 2019).
Se consideriamo che IpV4 mette a disposizione 4 miliardi di indirizzi e che era già in crisi, si capisce bene che si sono dovute mettere in campo da subito delle strategie per nascondere gli smarphone ad Internet!
La soluzione
Sembra paradossale, ma la maggior parte degli smarphone non viene visto direttamente da Internet perché vive in sottoreti.
Questo semplice stratagemma ha permesso di superare gli ostacoli dettati dai limiti di IpV4 e collocare in rete un numero potenzialmente infinito di dispositivi.
Come vedremo più avanti essere in una sottorete presenta alcuni svantaggi che non coinvolgono chi ha la fortuna di poter disporre di un ip pubblico.
Chi fornisce la connessione ad internet, tipicamente i gestori di telefonia, dispongono di alcuni IP pubblici e tanti, tantissimi IP privati. Quest’ultimi vengono utilizzati per identificare i dispositivi mobili permettendogli di interagire con il web.
Questo sistema può essere paragonato a quello di una rete aziendale o domestica: tipicamente troviamo un router che possiede l’IP pubblico e tanti dispositivi, computer, stampanti, ecc... identificati da un IP privato, uno per ciascuno.
L’IP pubblico ha un costo (generalmente compreso nel canone telefonico mensile), mentre gli IP privati sono gratuiti perché vengono gestiti direttamente dal proprietario della sottorete (spesso inconsapevolmente come nel caso delle reti domestiche).
Per molti, ma non per tutti
La soluzione appena vista va bene nella maggior parte dei casi, cioè quando dallo smartphone ho bisogno di accedere ad Internet, ad esempio per cercare delle informazioni sul Web o per mandare dei messaggi.
Se invece da Internet ho bisogno di accedere allo smartphone la situazione si complica perché i dispositivi presenti in una sottorete non sono direttamente raggiungibili da richieste che arrivano dall’esterno.
L’IP associato allo smartphone, lo stesso IP che viene registrato su DnsUp, è in genere l’IP di sottorete. Si può infatti notare che il record di registrazione evidenzia un IP di origine diverso da quello registrazione proprio perché il primo è pubblico (di proprietà del fornitore di servizi) mentre il secondo è quello privato assegnato allo smarphone.
Se invece i due indirizzi coincidono allora si ha la conferma che l’IP utilizzato è realmente pubblico e permette la raggiungibilità del dispositivo mobile.
04 dic 2018